Questa volta è andata ancora meglio rispetto i precedendi weekend. Nessuna macchina ad infilarsi dai vicoli di via Maqueda, nessun motore scorazzare fra i passanti, tutti i varchi presidiati, molte piante come decoro urbano, molti più gazebo da parte del Comune, e soprattutto tantissima gente a riempire la strada.
Le immagini parlano da sole
E’ indubbio che tale successo, è frutto della sinergia e concertazione che si è avuta fra le varie associazioni, della convinzione con la quale ci siamo confrontati al tavolo tecnico del Comune, e dell’ass. al centro storico Carta che ha saputo dare ottime risposte alle continue richieste da parte di tutti noi.
Vi aspettiamo nuovamente sabato 19 sempre presso lo steso punto, dove organizzeremo piccoli concerti nel pomeriggio, artisti che si esibiranno, e con panettone e pandoro per scambiarci gli auguri di Natale 😉
mi dispiace non poterci essere in questo periodo, ma sono contento per la città.
questa è l’ennesima dimostrazione che con un pò di civiltà e collaborazione Palermo può essere una città meravigliosa! COMPLIMENTI!!!
che meraviglia!che vita!!..è davvero triste però vedere la galleria delle vittorie così buia ed abbandonata…per un attimo l’ho immaginata un pò come la galleria Alberto Sordi di Roma..spero che rinasca questo gioiello dalle immense possibilità!!!
magari se riaprono la galleria ma servono spirito d’iniziativa dei commercianti ed idee concrete.
siii aprimo sta galleria! negozietti e magari un bel caffe con tavoli fuori!
sapere di questo successo è una gioia e poterla condividere con gente come voi di questo sito che ama Palermo è ancora più bello….grazie…
Studiando -in maniera becera, lo devo ammettere, ma non è materia che fa per me- legislazione dei beni culturali ho supposto che tra l’altro questa galleria delle vittorie potrebbe anche essere sottoposta a vincolo, qualora venisse dichiarata bene culturale.. Purtroppo non ne conosco la storia né le condizioni attuali, e inoltre, essendo uno SCARPARO in materia, magari sto dicendo una fesseria assurda. Tuttavia qualcuno più ferrato e preparato di me potrebbe rispondermi, no?
Anch’io confermo il complessivo miglioramento della “situazione” di via Maqueda. A parte i tanti padiglioni installati, ho pure notato una maggiore presenza di Vigili Urbani ai “varchi d’attraversamento”. Segnalo, però, la precaria sistemazione dei fili elettrici che consentono l’illuminazione dei padiglioni dei venditori: semplicemente stesi a terra, non sono in nessun modo protetti, né segnalati (lo scrivo per personale esperienza: ho inciampato in uno di essi e solo per buona sorte non devo lamentare conseguenze). Non sarebbe forse il caso che gli attuali gruppi elettrogeni venissero sostuiti da “contatori” provvisori e che l’alimentazione elettrica delle postazioni commerciali fosse “aerea”? O – per puro caso s’intende! – taluni di tali commercianti erano lì abusivamente?
finalmente lo hanno capito? Io ieri ero là, c’è ancora un pò di timore a camminare sull’asfalto vero e proprio ma è normale perchè a tutti fa un pò di “impressione”, se ci fosse una pavimentazione adatta ai nostri piedini sarebbe ancora piu’ bello ma ancora non è possibile visto che negli altri giorni ci passano le macchine.
diciamo che la storia della galleria merita la valutazione storica dell’intero complesso..fù costruita per volere quasi diretto di Benito Mussolini..inaugurata il 2 ottobre 1935 come galleria commerciale cercando di imitare le gallerie di Roma, Napoli e Milano…abbandonata dagli anni 70 presenta degli affreschi futuristi di Alfonso Amorelli (tra i primi futuristi siciliani). Il nome è dovuto agli affreschi che raffigurano le conquiste delle terre coloniali e le sottomissioni. L’intero palazzo è in pieno stile razionalista italiano..insomma è un pezzo di storia moderna della nostra città..che stà cadendo a pezzi sotto gli occhi di tutti.
come fare per portare anche questo pezzo della ns amata città agli occhi delle amministrazioni?
GALLERIA DELLE VITTORIE
La Galleria delle Vittorie di Palermo – costruita fra il 1933 e il 1935 dalla ditta Bonci-Rutelli (la stessa che costruì il cine-teatro “Finocchiaro”) è parte integrante del “risanamento” del medievale (residuale) rione della Conceria.
Tale “risanamento”, compiuto fra gli anni ’29 e ’32 dello scorso secolo, che portava a termine due precedenti “sventramenti” (1887-1889 e 1903-1908), si risolse nell’area oggi compresa tra le vie Bandiera, Maqueda, Venezia e Roma che venne in massima parte occupata da edifici opinabilissimi sotto il profilo estetico, ma senza dubbio sconsiderati e “sconcertanti” dal punto di vista volumetrico.
Peraltro nel corso di tale “risanamento” fu pure delittuosamente rasa al suolo la cinquecentesca Santa Maria della Volta, collegata a via Maqueda da una scalinata di ventritré gradini, cosicché era popolarmente appellata come “‘a Maronna ri vintitrì scaluna” (sorgeva, più o meno, in prossimità dell’attuale incrocio di via Napoli con via Maqueda).
Si tenga anche conto che tale “risanamento” fu una delle concause del disastroso alluvione che sconvolse Palermo nei giorni 21,22 e 23 febbraio 1931; le fondamenta degli edifici di tale area e l’oggettiva “diga” costuita dal “taglio” di via Roma (1894-1898) impedirono il naturale deflusso delel acque meteoriche verso il mare (e nulla, per inciso, ci rassicura che ciò non possa nuovamente accadere).
Anche la Galleria delle Vittorie – al cui destino, molti sembrano irrazionalmente affezionati – non emerge dal giudizio di complessiva mediocrità di tutta l’area su cui insiste. Opera retorica e ridondante, non solo non è minimamente accostabile alle gallerie di Milano e Napoli, ma è anche uno scadente esempio del “neoclassicismo semplificato” (architettura fascista) che pure ha prodotto opere significative (si pensi, ad esempio, a Palermo, al Palazzo delle Poste, per quanto anch’esso edificato, fuori contesto, dopo la “vandalizzazione” del settecentesco Palazzo Monteleone).
Verò è che la Galleria delle Vittorie è stata definitivamente “abbandonata” negli anni ’90, ma essa – a causa degli scadenti materiali utilizzati per la sua realizzazione – cominciò a dare “problemi” sin dai primi anni ’60 (distacchi di paramenti murari e cedimento di talune parti di copertura). Mi auguro, dunque, che nessuno pensi oggi al suo “restauro” in termini filologici (francamente spropositato in relazione all’intrinseco valore del manufatto), ma che ci si limiti ad un sobrio intervento conservativo.
Quanto al suo pubblico riutilizzo (la proprietà è – elemento non marginale – privata) non credo che si possa essere, in via di principio, contrari. Ma, ovviamente, ciò avrebbe un senso solo se esso fosse pensato come qualcosa di molto diverso dal “suk” che era alla fine degli anni ’80 e che, di certo, non fa parte dei migliori ricordi di chi può averne (per ragioni, ahinoi, anagrafiche) memoria.
Avanti che “VI PICIARESSE” 🙂
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(foto della collezione di G. Romano tratta da http://samp60.blogspot.com/2009/03/palermo-politeama-anni-60.html )
Guardare anche le altre foto (via Libertà, davanti il Giardino Inglese, a doppio senso con auto regolarmente in sosta, o piazza S. Francesco di Paola con una sola macchina) fa una certa invidia 🙂